Inchinatevi al Re: Godzilla è tornato in città

Ebbene si, siamo stati al cinema all’uscita del nuovo Godzilla (NO 3D), milionesima pellicola dedicata al mostro gigante più famoso di tutti i tempi. Ci siamo andati in 12, come negli anni 80. Ci siamo tirati addosso i pop corn e abbiamo pure fatto battute di dubbio gusto durante la proiezione. Like children.

Dunque Eyes Productions, dall’alto della sua ignoranza, ma anche della sua profonda cultura NERD ha deciso di scrivere questa “recensione” , la prima di una serie che pubblicheremo sulla nostra pagina, dedicata alle pellicole snerdazze che usciranno. Bando alle ciance.

Partiamo dai capisaldi di questa pellicola diretta da Gareth Edwards:

  1. quella roba alta più di 100 metri che scorazza per la città è DAVVERO Godzilla. Lui, in persona. No fakes, come nel 1998. Non un animale istintivo, ma il Godzilla intelligente, con uno scopo della TOHO.

  2. Si, ci sono i Kaiju. Altissimi, incazzosi, devastanti come bulldozer in folle. Pure loro però in un certo senso intelligenti.

  3. Si, c’è la centrale nucleare giapponese, che crolla, con un sacco di operai giapponesi con le tutine bianche e gli inserti fluorescenti. No spoiler, dai lo avete visto nel trailer.

godzilla_fanart_by_vladgheneliNon vi sveleremo la trama, tranquilli. Ma neghiamo ogni responsabilità riguardo agli indizi che le vostre acute menti Jedi riusciranno a ricavare.

Il film parte con Walter White che lavora troppo (ma va?), trascura la famiglia per lavorare alla centrale atomica di Janjira in una zona fichissima del Giappone, con ampia vista sul Fujiyama, e che sembra la trasposizione della Fortezza Delle Scienze di Mazinghiana memoria. C’è un cazzo di problema, tale per cui Walter White non può festeggiare il suo compleanno col figlioletto e la moglie Skyler: uno sciame sismico preannuncia una catastrofe imminente che nonostante gli sforzi di tutto il personale della fortezza delle scienze (compreso l’alter ego del professor Kenzo Kabuto), avviene e polverizza la centrale, tecnici, personale, un po’ di centro abitato e definisce la successiva trasformazione di Walter White in Heisenberg.

Passano 15 anni e il protagonista di Kick Ass/Aaron Taylor Johnson (figlio di Walter White) fa il militare cazzuto, un artificiere pieno di muscoli e senza tutina verde da sub, in grado di disinnescare una bomba H con una forcina per capelli due elastici, colla vinilica e una forbice dalle punte arrotondate. Deve recuperare il padre che si è cacciato nei guai, dopo una profonda depressione/ossessione e quindi parte per il Giappone. Ma qualcosa sta accadendo di nuovo, e Heisenberg lo ha capito, e sarà solo l’inizio di quello che scatenerà il RE DEI MOSTRI in città.

Attori protagonisti principali:

  • Aaron Taylor Johnson ci sa fare. Su entrambi i Kick Ass lo abbiamo apprezzato. Lui ha aumentato la dose quotidiana di steroidi e rinunciato per sempre al sorriso, assumendo un ruolo molto stereotipato, “necessario” per il rispetto della tradizione di questo tipo di film. Spara, corre, protegge bimbi innocenti, si lancia da aerei in volo, sopravvive a tutto. Ma va bene, è classico, tradizionale. Ma tanto il protagonista è un altro. Alto 100 metri, con le zanne.

  • In questo film Ken Watanabe è utile come il tartufo nel caffelatte. Ma siccome a doppiarlo (come di consueto) c’è quel figo incredibile di Hal Yamanouchi (padre di Hyst, ciao Hyst), ci fa piacere quando appare. Per la maggior parte del tempo ha la faccia sconvolta e non capisce un cazzo di quello che gli accade attorno. Dovrebbe essere “l’esperto”, il super consulente, ma l’unica volta in cui gli chiedono “Dottore, che cos’è questo?”, risponde di non saperlo. Meglio così dai, mi sento più al sicuro ora che c’è l’esperto. Tra le poche (due) cose buone che fa, c’è il ricordare all’Ammiraglio di turno cosa gli Stati Uniti hanno combinato il 6 agosto del ’45, lanciando una stoccata classica, ma sempre utile.

  • Bryan Cranston è un’altra grande occasione sprecata. Le sue doti le conosciamo e nella prima parte del film vi giuro è davvero indistinguibile da Walter White. Stessa attitude, stessa ossesione, stessi piagnistei. Quando padre e figlio si riuniscono per indagare sulla vecchia centrale andata in frantumi, con le tute e le maschere antigas, tutta la crew ha inneggiato al ritorno del dinamico duo Jesse P./Walter W. Tuttavia è sfruttato poco e ci dispiace, data la dubbia utilità del Watanabe. Un errore a mio avviso. Non pregiudica il film, ma fa sfumare irrimediabilmente la lode, perché vogliamo credere che lui avrebbe potuto fare la differenza.

  • godzilla-trailer-02Godzilla c’è. Gojira in da house. Non è semplicemente un’imitazione. E’ lui. Postura eretta, addominali scolpiti, manone prensili, zampotte cilindriche super massicce, testa corta e super spuntoni ossei sulla schiena. Sua Maestà è tornato! Devasta e ruggisce come dovrebbe. Ha lo sguardo quasi umano e qualcuno mi trattenga dallo spoilerarvi tutto, Cristo. Insomma voto 10 al bestione che davvero è rispettoso della tradizione della TOHO e fa di tutto per farsi amare dal pubblico. Ok, non leggete la prossima frase se temete lo spoiler: Gojira combatte. E lo fa contro altri Kaiju giganteschi in mezzo alla città. Questo, nel mio piccolo e sentimentale cuoricino nerd vale il prezzo del biglietto. Godzilla ci tiene al proprio scettro e decide di spaccare il culo a chi lo minaccia emergendo dalla profondità del Pacifico, incazzoso, pompato e del tutto aderente ai suoi illustri parenti cinematografici giapponesi.

  • I militari: chiaro che se ce ci sono dei mostri giganti in città interviene l’esercito, la marina e l’aviazione statunitense. E noi conoscitori di questo tipo di pellicole sappiamo perfettamente che qualsiasi loro azione si trasformerà in uno spreco di carburante, pallottole e vite umane. Anche perché a differenza dell’esercito giapponese, quello americano non sa cos’è il sacrificio. Però lo spiegamento di forze fa sempre il suo effetto, così come le strategie e i piani assurdi. Quindi ok, approvato.

  • Le città fanno il loro dovere: vengono giù come carta pesta.

  • (Pericolo Spoiler) I Kaiju (nel film sono chiamati M.U.T.O.): nonostante una somiglianza un po’ troppo vicina col mostrone di Cloverfield, i due Muto sono estremamente convincenti, e la battaglia che scatenano contro Gojira è davvero un tribute alle vecchie pellicole del passato, pur senza rinunciare ad una verosimilità da notare. Bel design, grande animazione, i bastardi spaccano.

Regia, ritmo, sceneggiatura:

Non sono un esperto di regia, e nemmeno voglio inoltrarmi in discorsi pericolosi, ma il film mi è parso ben diretto, anche se la prima parte risulta decisamente più lenta e un po’ scontata e la scoperta di Godzilla è resa in maniera forse troppo frettolosa. I mostri comandano la scena (più degli impacciati esseri umani) e si gode veramente nel vederli combattere in mezzo ai grattacieli. La trama ha permesso l’inserimento di numerose chicche per gli appassionati del genere e anche la camera segue molto bene le azioni, mostrando spesso le tipiche inquadrature “dal basso” che permettono di capire quanto mastodontiche siano le creature. Effetti speciali gradevolissimi e ricchi di fascino e una sensazione strana (dovuta forse ai continui riferimenti ai test nucleari), di trovarsi di fronte a delle scenografie che volutamente ricordano quelle piccole cittadine “fittizie” costruite in mezzo al deserto per verificare le conseguenze delle esplosioni atomi9che (le cosiddette Nuketown). Le due ore trascorrono bene, rapidamente. Dopo il finale ci si aspettarebbe un “codino” in stile Marvel, giusto per strappare un applauso in più (ho notato che un paio di scene del trailer poi non sono presenti nel montato), ma ve lo dico, niente da fare.

Giudizio e commento finale

Per me è SI. E il motivo è presto detto. Questa pellicola è un remake rispettoso della tradizione Godzilliana. Aggiunge, interpreta ma non stravolge. Contiene un po’ di cazzate, certo (esplosioni atomiche un po’ troppo vicine per non provocare danni, uscite di scena premature, spiegazioni poco convincenti sulla nascita dei Kaiju, scarso pathos che accompagna la scoperta dei mostri, militari spesso inadeguati e poco svegli, a confronto del supereroe protagonista), ma sa emozionare. Convince il divoratore esclusivo di blockbusters, ma si fa apprezzare dal nerd incallito. Non è tutto perfetto, gli errori ci sono, ve l’ho detto. Ma non c’è nulla di così grave da pregiudicare il film. Nessuna battutina inutile. Nessun personaggio macchietta. Un pelino di buonismo di fondo, ma giustificabile. Il resto giudicatelo voi.

Per i più attenti c’è più di qualche tribute all’interno. Il più evidente parrebbe quello su MOTHRA (occhio all’acquario), altro grande classico dei Kaiju made in japan (la super falena gigante), ma c’è chi parla di uno meno evidente su GAMERA. Dovremmo vederlo ancora per scovare questa cosa. Non è scontato il seguito, ma di certo è probabile e se ne sta già parlando in giro.

Insomma, prendete i pop corn, mettetevi comodi e da me e dai ragazzi di Eyes Productions, buona visione!

Di Giovanni “Zethone” Zaccaria

Giovanni "Zethone" Zaccaria

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