Politica, razzismo e Fantastico moderno
Discorso serio sulla rappresentazione della società moderna nel Fantastico, dal cinema alla letteratura. Faccio sempre il solito esempio: Tarzan è un preciso personaggio letterario, legato alla sua epoca e da rispettare – poiché creato così nel 1912 dal geniale ma datato romanziere Edgar Rice Burroughs e, nella finzione, inserito in un periodo storico datato, che va da fine Ottocento alla prima metà del Novecento. Con tutti i pericoli sociopolitici che un datato Fantastico del genere porta con sé: coloniali, razzisti, ecologici, ecc. Ciò, però, implica e ammette, consiglia addirittura, la reinterpretazione moderna e post-moderna del personaggio (fermi restando i limiti autoriali del concept), con “eredi” creativi successivi che attualizzino il messaggio all’interno della fiction. Uno non esclude l’altro, anzi. Quindi, per dire, il rapporto con le popolazioni africane da parte del Tarzan “antiquato e bianco lord inglese Greystoke” può evolversi in consapevolezza e rispetto; le possibilità sono infinite e tutte meravigliose.

La tradizione è una bruttissima bestia.
Altri esempi: il rispetto per l’origine fumettistica del personaggio Marvel della Pantera Nera implicherebbe anche nuove Black Panther bianche e mature, poiché politicamente allineate all’idea antirazzista – Pantere Nere per sempre! O l’Heimdall filmico è l’ottimo attore nero Idris Elba nel Marvel Cinematic Universe (una delle poche cose che mi piacciono di questo Thor cinematico), e non è uno scandalo: Asgard è aliena anche nei fumetti originali Marvel e il genio del creatore Jack “The King” Kirby giocava già lì con l’ignoranza degli umani primitivi, che traducono in schemi da tribù terrestre l’universale realtà oggettiva e ne restano distaccati in follie razziste… I vichinghi nordici della fiction magari avevano visto l’alieno Heimdall nero o l’alieno Thor dai possibili tratti orientali e, non capendoli nella loro legittima, datata ignoranza geopolitica, li trasfiguravano eroicamente nel vicino cugino esemplare o nel locale principe vittorioso.
Oggi è tutto chiarissimo. Ripetere quegli errori è imperdonabile.
Il Cristo del resto era un ebreo olivastro e crespo, la “Tradizione” eurocentrica nei secoli l’ha visto erroneamente biondo e pallido come un cencio, quindi riconoscibile per quella cultura datata. Serve crescere. Gli estremismi religiosi sono, appunto, il vomito più verde della Tradizione maledetta, in ogni consesso umano.
Il Male dell’Uomo viene da tutta questa mancanza di critica e abbondanza di ignoranza. Il Fantastico moderno ha quindi la possibilità preziosissima di curarci e farci evolvere culturalmente – al di là di certe resistenze retrive e reazionarie, fuori dal nostro tempo: datate.
Il Presidente di Y4
Filippo “Jedifil” Rossi