La Vergenza nella Forza del capolavoro The Acolyte!

Nonostante le tristi stroncature di certo fandom SW online, consideriamo una straordinaria aggiunta al complesso filosofico di Star Wars la serie televisiva del 2024 The Acolyte, otto puntate create dall’americana Leslye Headland e ambientate un secolo prima di Episodio I. Per quanto non formalmente perfetta, l’opera sa affrontare temi delicatissimi a livello di immaginario spirituale della Forza e offre nuovi, incredibili spunti per capire la grande tragedia storica della Caduta dei Cavalieri Jedi. La protagonista gemella Verosha “Osha” & Mae-ho “Mae” Aniseya è coscienza scissa in una doppia persona psico-mistica, planetaria sizigia (anticipo storico della Diade Rey Skywalker/Ben Solo in Episodio IX) che tiene in orbita Yang come Animus junghiano maschile (alias Osha) e Yin come Anima junghiana femminile (incarnato in Mae). Il Maestro Jedi fallito Sol è commovente, sorta di Qui-Gon Jinn in embrione che, privo della saldezza emotiva di quest’ultimo, resta sconvolto e sedotto dalla violenza della Forza Vivente. Magistrale Lo Straniero/“Qimir” dal casco isolante di Cortosis e dalla grossolana lightsaber rossa, Jedi caduto e Sith segreto, sedotto (dal mitico Darth Plagueis), nel suo giovanile smarrimento, con facili risposte a difficili domande. A un certo punto egli afferma, poeticamente:

«Che esseri straordinari, siamo! Anche nel momento del trionfo, vediamo l’abisso.»

Vediamo Cavalieri Jedi moralisti che si dannano puntando due bambine dotate e non esitando a portarle via dalla loro multipla famiglia omosessuale, coerenti con la fondamentale Caduta etica che avverrà nei film starwarsiani. L’errore per troppo amore maschile che commette il padre mancato Sol nella gestione della Vergenza* è tra le scene più sessualmente potenti della Saga: l’immatura penetrazione patriarcale (tramite la fallica spada laser) di una benigna ma selvaggia strega della Forza, la quale si comporta a metà tra la Galadriel trasfigurata nel Signore degli Anelli e il mito classico delle amazzoni. Del resto, il manipolo Jedi del quale Sol fa parte, con l’unica eccezione dell’inascoltata Maestra Indara, rappresenta l’incapacità dell’Ordine di gestire e rispettare popoli primitivi che, nell’immensità della Galassia, subiscono ovvie, sconosciute, altre emanazioni della divina Forza. Il risultato è il comportamento colpevole da arroganti e ignoranti colonialisti, che perdono il controllo degli eventi e causano una strage, tenendone oltre tutto all’oscuro il Consiglio Jedi. Sono i sintomi dell’arroganza disonorevole e infantile mostrata dal grosso dell’Ordine, non educato da un Consiglio assente – e quindi colpevole. In ultima analisi, presagio dell’apocalisse dell’anticristo Anakin Skywalker. La buona Madre Aniseya, prima di morire infilzata da Sol, profetizza:

«Un giorno le vostre “nobili intenzioni”, come le chiamate, distruggeranno tutti i Jedi della Galassia.»

La magnifica tragedia di The Acolyte è proprio il risultato catastrofico della mentalità marcia del Cavalierato Jedi, in caduta libera da troppo tempo: fanatici pronti a rapire bambini alle famiglie, per addestrarli e controllarli nel terrore assoluto del possente, epocale emergere della Forza cosmica, cruda, assoluta e universale. Li vediamo qui come li vedremo in Episodio I, imbalsamati ed erratici, addirittura razzisti, come alla fine li denuncerà Luke Skywalker in Episodio VIII.


A tutto questo, si aggiungano musiche sognanti, ciclopiche ambientazioni tipo il King Kong di Peter Jackson, coreografie di combattimenti tra le migliori di Star Wars, letali arti marziali orientali e puro Wuxia cinese. Peccato che la serie sia stata sospesa per scarsi risultati di ascolto, dovuti a un review bombing da parte di una minoranza vociante del fandom, un movimento tradizionalista e trumpiano di odio online contro Woke, diritti e parità – segno perfetto di tempi difficili: Star Wars si conferma il più chiaro specchio sociale, oltre che filosofico, dell’epoca moderna. Le cose vanno cambiate, seguiamo la bandiera tollerante ed eroica di Guerre Stellari!
La conclusione dell’opera è un colpo di spada laser allo stomaco, ultima prova che la Saga delle saghe gira sempre intorno al rapporto tra una figura genitoriale e un figlio problematico. La vita, purtroppo, è rapporto genitori/figli; di qualsiasi tipo siano i genitori, siamo tutti figli, e per questo siamo destinati a morire.

Firmato:
Filippo “Jedifil” Rossi
Presidente Yavin 4

(Grazie a Bill Towner e MariaPia Leone. Le foto sono screenshot della tv durante la visione della serie.)

Per un’analisi del Midi-chlorian in The Acolyte, si legga questo.

*Nota a margine:
La Vergenza nella Forza Vivente crea la vita. Qui-Gon Jinn, cultore della Vivente, intuisce l’esistenza di un pianeta-vergenza su cui ha avuto inizio la vita nella Galassia: la Sorgente della Vita. Lo trasmette in sogno a Yoda, che fa un atto di umiltà, si slega dall’Unificante e trova il mondo-culla al centro della Galassia: è il luogo di nascita dei Midi-chlorian, soprattutto inizio della comprensione metafisica della vita nella Forza come Fantasmi, oltre la morte del corpo.

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