Addio, Meta-Barone

Juan Antonio Giménez López, noto semplicemente come Juan Giménez (Mendoza, 16 novembre 1943 – Mendoza, 2 aprile 2020), è stato il più bravo fumettista argentino di fantascienza. Il maledetto Coronavirus se l’è portato via.
Pubblichiamo, come omaggio e ricordo, l’articolo del nostro esperto Claudio “Tomino” Cordella.

Juan Giménez (1943-2020). Alla memoria

La pandemia che sta infuriando attraverso l’intero globo, non risparmiando nessun paese e costringendo alla reclusione metà del genere umano, ha recentemente fatto una vittima eccellente nella persona di Juan Antonio Giménez López, meglio noto come Juan Giménez. Nato in Argentina il 16 novembre 1943 nella città di Mendoza, capoluogo dell’omonima provincia, mostra un precoce talento nel disegno, il che lo porterà dapprima a studiare disegno industriale e di seguito a diventar studente dell’Accademia di Belle arti in Spagna, a Barcellona. Non a caso, nel suo lavoro di fumettista imponenti palazzi e macchinari sofisticati (caccia futuribili, robot, ecc) verranno sempre realizzati con competenza e abilità. Al suo ritorno in patria esordisce come professionista nel 1970, comparendo anche su testate nostrane come Skorpio e Lanciostory.
Di contro a questi primi successi, non possiamo non ricordare come nel corso degli anni ’70 la nazione argentina cada sotto il tallone della dittatura militare. Alla fine del decennio però il nostro si trasferisce in Europa, stabilendosi a Madrid e successivamente a Parigi, dove avrà modo di collaborare attivamente con fondamentali realtà editoriali spagnole, francesi ed italiane (basti pensare alle riviste Métal Hurlant e L’Eternauta).
Siamo di fronte a un artista, un maestro del fumetto celebre come pochi a livello internazionale, già celebrato nel lontano 1997 da un’apposita mostra allestita al Centro Georges Pompidou a Parigi.

Il Meta-Barone

Caro in particolar modo agli appassionati di fantascienza, collaborò alla realizzazione saga de La Casta dei Meta-Baroni, La Castes des Méta-barons, in cui space-opera e misticismo andavano a braccetto tra loro grazie ai testi di Alejandro Jodorowsky e alle sue splendide tavole.
Questo singolare ciclo, pubblicato per la prima volta in Francia grazie alla casa editrice parigina Les Humanoïdes Associés (otto volumi dal 1992 al 2004), strizzava l’occhio in più punti al celebre romanzo Dune di Frank Herbert e riprendeva (rielaborandolo) il personaggio del Meta-Barone – apparso in un altro fumetto di culto, L’Incal, a firma questa volta di  Jodorowsky e Moebius.
Il tratto di Giménez, suggestivo e al tempo stesso particolareggiato (nella realizzazione delle anatomie dei diversi personaggi, così come nei sofisticati macchinari futuribili e nelle più inquietanti ibridazioni cibernetiche della carne col metallo), dava vita sulla carta a esotici mondi alieni, astronavi colossali, guerrieri spietati con un loro personale codice d’onore, in cui l’auto-mutilazione e la sostituzione di parti del corpo con protesi cibernetiche è la norma.
Al contempo Jodorowsky, che aveva già accarezzato in passato l’idea (purtroppo mai realizzata) di poter dirigere una sua versione cinematografica di Dune, ne La Casta dei Meta-Baroni si diverte a citare, omaggiare e talvolta persino a sbeffeggiare il capolavoro di Herbert. Il messia ermafrodita che tutti quanti attendono, reso dall’arte di Giménez come un essere grottesco dal doppio corpo, non sembra poi essere questo granché e la sua comparsa non aprirà affatto una nuova era. Il racconto della travagliata vicenda della schiatta del Meta-Barone, il più forte guerriero della galassia, viene presentato come il frutto della narrazione di un buffo servo robotico del nostro a un suo collega metallico altrettanto bislacco, sempre ansioso di nuove storie e prontissimo a emozionarsi per ogni colpo di scena. Alla fine, grazie ad un’autentica operazione meta-testuale, scopriamo come quel fan affamato di epiche avventure sia lui stesso parte attiva degli intrecci che adora così tanto.

Il Quarto Potere

Altra importante serie di Giménez, questa volta in veste sia di autore dei testi come delle tavole, è quella de Il Quarto Potere, Le Quatrième Pouvoir, edito in quattro volumi dal 2004 al 2008 sempre per Les Humanoïdes Associés: una vicenda sci-fi non priva di un sotto testo anti-militarista e pacifista. Il folle progetto militare di creare un super-essere impiegando come cavie quattro donne innocenti, onde creare una sorta di arma umana inarrestabile, avvia situazioni che talora possono ricordare sia il manga cyberpunk Akira (e il relativo film d’animazione), sia mostrare un preciso debito nei confronti dell’esperienza accumulata dal nostro durante la realizzazione della Casta dei Meta-Baroni.

Personalmente non posso far a meno di ricordare come di recente, poco prima della triste notizia della sua scomparsa, mi sia giunta voce di una possibile versione a fumetti di Giménez di Mobile Suit Gundam, l’iconico “robottone” made in Japan. Chissà quale capolavoro fantascientifico avrebbe potuto regalarci questo vecchio maestro, ancor oggi geniale e impattante, capace com’era di plasmare sogni e incubi tecnologici con una singolare maestria da cui traspariva un talento naturale davvero fenomenale.
Un mostro disumano, il Coronavirus, ci ha però privati per sempre della possibilità di leggere e apprezzare quello che sarebbe stato sicuramente un gioiello della “letteratura disegnata”, mettendo a tacere un gigante creativo di cui tutti noi sentiremo la mancanza. Il Covid-19 se l’è portato via il 2 aprile, all’età di 76 anni, mentre era ricoverato in ospedale nella sua città natale.

di Claudio “Tomino” Cordella

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